Utilizzo e lavorazione del cuoio

INTRODUZIONE

E’ ragionevole pensare che gli uomini fin dalle civiltà più primitive non sarebbero sopravvissuti alle condizioni climatiche che ogni giorno dovevano affrontare e non si sarebbero evoluti se non avessero imparato a servirsi delle pelli degli animali. Grazie ad alcuni ritrovamenti fatti si è potuto costatare che le pelli erano usate per gli oggetti più comuni già più di cinquemila anni fa, ovviamente si tratta di ritrovamenti assai rari come nel caso Otzi, la mummia di Similaun, vissuto in quello che ai giorni d’oggi è l’Alto Adige conservato ora nel museo di Bolzano. Da questo ritrovamento è stato recuperato gran parte del vestiario che era fatto interamente in pelle, dalle mutande al berretto.

UTILIZZO DEL CUOIO

Il cuoio nel medioevo veniva utilizzato in modi molto semplici e negli utilizzi quotidiani; ovviamente grazie all’ avvento dei tessuti i componenti vari del vestiario eseguiti in cuoio vennero sostituiti da veri e propri indumenti in stoffa che potevano essere realizzati con le stoffe più comuni come lino, lana e cotone alle stoffe più pregiate destinati ai più benestanti quali seta, tessuti lavorati e decorati con vari colori.

Gli utilizzi più comuni del cuoio erano mirati alla realizzazione degli accessori dell’abbigliamento come: borselli da cintura, borse a tracolla, cinture, calzature, grembiuli da lavoro destinati ad artigiani come macellai, fabbri, calzolai ecc. Un ulteriore utilizzo del cuoio era quello nel settore bellico, qui si spaziava da oggetti come foderi per spade e daghe, rivestimenti di scudi e parti di armature quali elmetti, guanti, protezioni da inserire sotto le armature, come para mento da camaglio.

Si riportano di di seguito alcune immagini di vari oggetti realizzati in cuoio.

Lavorazione del cuoio - Sacchetto

Sacchetto realizzato in crosta di colore neutro con corda in canapa che funge da chiusura. Questa è una copia dei banalissimi sacchetti porta monete dell’epoca,in questo caso si tratta di un sacchetto porta palle da giocoliere quindi le dimensioni sono maggiorate rispetto a quelli destinati al denaro ma proprio per la semplicità della forma si poteva realizzare di qualsiasi dimensione a seconda dello scopo richiesto.

Lavorazione del cuoio - Borsello

In questo caso esaminiamo un borsello da attaccare alla cintura mediante passanti posti sul retro. Poteva essere utilizzato per trasportare ogni sorta d’oggetto, sempre di dimensioni ridotte; a differenza del primo caso questo borsello era usato da persone più benestanti di chi indossava il primo, il motivo principale è che il primo è realizzato in materiali più poveri mentre in questo caso si è deciso di utilizzare una pelle più spessa e più pregiata.

Lavorazione del cuoio - Spilla

Esaminiamo ora una spilla ferma mantello, realizzata in cuoio da due mm, reso rigido grazie ad un’anima in rame. Questo tipo d’oggetto era usato da chi non poteva permettersi una vera e propria chiusura fatta con alamari di ferro e decorati con incisioni di varia fattura. Trova un grande utilizzo in paesi come la scozia dove si usava per tenere fermo il kilt.

Lavorazione del cuoio - Cintura

In questo caso vediamo uno degli utilizzi più frequenti del cuoio. Questa cintura presenta come chiusura due anelli dentro i quali si faceva passare la cintura, poi la cintura veniva fatta ripassare dentro ad un anello per mettere in trazione il cuoio; questo procedimento permetteva di stringere la cintura fino alla misura desiderata in seguito si faceva passare la punta della cintura sotto la medesima e infilata nell’asola per far si che la cintura non si allentasse.

Lavorazione del cuoio - Scarpa

Altro utilizzo frequente del cuoio era nella fabbricazione di calzature come quella nella foto qui di fianco. Un classico esempio di calzatura usata all’epoca anche dalle persone meno benestanti.

TECNICHE DI CONCIA DEL CUOIO

Prima di iniziare il nostro percorso nella lavorazione del cuoio è doveroso spendere qualche parola su, cos’è il cuoio. Il cuoio altro non è che pelle d’origine animale (bovini, equini, ovini, suini, rettili ecc.) resa inalterabile per mezzo della concia, diventa così resistente all’acqua, non si decompone e mantiene caratteristiche come morbidezza e resistenza, anche dopo essiccata non deve divenire fragile. Ovviamente grazie alla sua duttilità il cuoio si può usare in tantissime maniere proprio perché grazie alla concia ha assunto caratteristiche ottimali per l’utilizzo specifico come nel caso del cuoio da suola che viene pressato per mantenere la resistenza alla facile usura.

Le tecniche usate nel medioevo per la concia delle pelli erano fondamentalmente due, una di queste era la concia di tipo vegetale fatta con il tannino molto più laboriosa ma molto efficace, un’altra era la raschiatura; l’immersione in acqua e la battitura oppure l’immersione nel olio, per fare si che non s’inzuppasse d’acqua, erano due tecniche di lavorazione.

La concia al tannino: per praticare la concia al tannino era necessario scavare una fossa nella quale erano adagiate le pelli, sopra di esse veniva messo uno strato di circa 3cm di corteccia di quercia macinata, il tutto veniva poi ricoperto da acqua che fungeva da diluente per il tannino presente nella corteccia che si impregnava nel cuoio: dopo due mesi di riposo la fossa veniva svuotata e la corteccia rimpiazzata con corteccia fresca e ricoperta nuovamente d’acqua il tutto andava eseguito per un lasso di tempo lunghissimo di circa due anni.

La tecnica della raschiatura: la tecnica della raschiatura consisteva nel raschiare via dalla pelle il grasso presente, era poi perforata e in seguito era legata con dei lacci a dei telai di legno per farla seccare o addirittura affumicare, in seguito per dargli di nuovo la morbidezza veniva ingrassata con grassi animali.

La tecnica ad immersione e battitura: questa tecnica era una lavorazione in cui il cuoio subiva dopo la concia un impregnamento di acqua che durava in media una notte intera successivamente veniva battuta in maniera tale che l’acqua fuoriuscisse dal cuoi che a sua volta si pressava e una volta asciutto manteneva una rigidità tale da poterlo usare nella lavorazione delle suole da scarpe o per le selle da cavalcatura.

La tecnica dell’immersione nell’olio era del tutto uguale alla tecnica precedente con la differenza che mentre nell’acqua il cuoio dopo essere stato battuto diveniva semirigido nell’immersione in olio il cuoio manteneva la sua morbidezza e in più era reso impermeabile.

LAVORAZIONE DEL CUOIO

Per quanto riguardava produzione d’oggetti venivano usate diverse tecniche, che variavano a seconda dell’utilizzo e soprattutto del luogo d’origine, ad esempio nella fabbricazione di borselli venivano usate due tecniche di cucitura, una era la cucitura a filo cerato: questa tecnica era usata ad esempio da chi produceva oggetti per persone più abiette in quanto la semplice lavorazione del filo era più costosa poiché consisteva ne sfregare un filo di cotone sopra alla cera indurita per fare in modo che il filo passasse più facilmente nel cuoio; la seconda tecnica di cucitura consisteva nel tagliare delle strisce di cuoio della larghezza di pochi millimetri e usare questa fettuccia come filo da far passare in buchi già fatti in precedenza nel cuoio. Per perforare il cuoio si usavano generalmente dei punteruoli a punta conica nel caso dell’utilizzo del filo cerato, mentre nella cucitura con la fettuccia di cuoio si usavano dei punteruoli a punta piatta. Un’ altra lavorazione che il cuoio subiva durante la fabbricazione degli oggetti, era la bollitura.

La bollitura permetteva a chi lavorava il cuoio di farlo indurire dando ad esso una forma che rimanesse tale anche con il passare del tempo. Ad esempio per dare forma ad alcuni borselli si facevano dei calchi di legno che venivano inseriti all’interno del borsello il quale veniva chiuso e immerso nell’acqua bollente per un minuto circa, questo procedimento faceva si che il borsello, una volta asciutto, mantenesse la forma del calco e diventasse semirigido. Un processo analogo si faceva nella creazione dei foderi per le spade e per tutti gli altri oggetti che si volevano far divenire semirigidi.

Ricerca a cura di Yuri Castorani

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