Alberto della Scala fu signore di Verona dal 1277 fino alla sua morte, anche se già precedentemente fu fidato consigliere del fratello maggiore Mastino I, da cui ereditò il potere.
Alberto fu podestà di Mantova dal 1272 al 1277. Venuto a sapere della morte del fratello Mastino, tornò subito a Verona e il giorno dopo si fece eleggere Capitano del popolo a vita da un’assemblea convocata in Piazza Grande. Quel giorno (27 ottobre 1277) nasceva ufficialmente la Signoria Scaligera, il cui potere non era più elettivo e temporaneo, ma ereditario e a vita. Avuto dai Veronesi un potere pressocchè assoluto, Alberto punì con la morte o con l’esilio tutti coloro che avevano assassinato il fratello ed incamerò i loro beni nella “Fattoria Scaligera” che amministrava le sostanze della famiglia della Scala. Gli Scaligeri infatti all’inizio non erano ricchissimi, così Alberto pensò di accrescere le sue finanze acquisendo in vari modi i beni delle ricche chiese e abbazie di Verona.
L’inizio del dominio di Alberto fu contrassegnato da una violenta repressione degli eretici (il 13 febbraio 1278 ne furono mandati al rogo, in Arena, ben 166). Alberto stabilì nuove leggi (tutte naturalmente a suo favore) e organizzò magnifici banchetti ai quali partecipava tutto il popolo, ma soprattutto amici e sostenitori cui egli faceva ricchi regali. Ad Alberto stava a cuore la pace, avendo egli capito che accostarsi ad una guerra significava dover distogliere i cittadini dalle attività produttive e commerciali. Per questo egli fece costruire la Corte delle Sgarzerie (centro della produzione e del commercio della lana) e la Domus Mercatorum (sede delle associazioni di mestiere).
Il principale merito della politica di Alberto fu la pace interna ed esterna, e così nel 1290, grazie alla sua influenza, fece eleggere come capitano il figlio Bartolomeo, consolidando così il potere della famiglia scaligera, e preparando la successione del figlio primogenito. Grazie al potere la ricchezza privata degli scaligeri aumentò considerevolmente, mentre il popolo, ormai suddito, era generalmente soddisfatto della sua situazione.