Can Francesco della Scala detto Cangrande fu il terzo figlio di Alberto I della Scala, ed è il componente più conosciuto e celebrato della famiglia scaligera, di cui consolidò il potere.
Nato il 9 marzo del 1291, Can Francesco rivelò fin da bambino indole ardita ed inclinazione alle armi. Venne insignito dal padre Alberto del titolo di cavaliere in tenerissima età insieme al fratello Bartolomeo durante la festa di San Martino nel novembre 1294, per festeggiare la vittoria contro Azzo VIII d’Este e Francesco I d’Este. Egli governò Verona dal 1308 al 1311 insieme al fratello maggiore Alboino e da solo dal 1311.
Grazie alle sue conquiste divenne guida della fazione ghibellina dell’alta Italia, ma non fu solo un abile conquistatore, ma anche uno scaltro politico, un oratore persuasivo, un accorto amministratore e un generoso mecenate.
Fu un noto patrono delle arti e dell’apprendimento in generale: poeti, pittori, storici e grammatici tutti hanno trovato un buona accoglienza a Verona durante il suo regno, e il suo interesse personale per l’eloquenza e il dibattito si riflette dalla sua aggiunta di una cattedra di retorica alle sei cattedre già previste dagli statuti veronesi. Testimonianze della benevolenza che egli riservava ad artisti e poeti si possono ritrovare negli “Elogia virorum bellica virtute illustrium” di Paolo Giovio il quale richiama il significato di Cane con cui “Tartarorum lingua imperator exprimitur” e ci racconta che “Oltre l’armonia della musica piacevoli ancora giocolatori, e dolci e non goffi buffoni scambiandosi a vicenda, visitavano quelli alloggiamenti”. A Can Grande ed all’ambiente liberale del Palazzo fa riferimento ancora Boccaccio nella settima novella della prima giornata del “Decameron” e Gidino da Sommacampagna nelle sue “Ballata minima” e “Ballata comune minore”. Tra gli artisti che hanno beneficiato della corte Scaligera ricordiamo Petrarca, Immanuel Romano, Guglielmo da Pastrengo e Rinaldo Cavalchino. Il suo patrocinio del poeta Dante Alighieri è senza dubbio la sua principale fonte di fama: noti sono i versi dedicati a Can Grande nel canto XVII del Paradiso. Dante fu ospite a Verona tra il 1312 e il 1318, ma ebbe frequenti contatti con lo scaligero anche successivamente per via dell’amicizia che si era instaurata tra i due.
Can Francesco morì nel 1329 a pochi giorni dalla conquista di Treviso. Fino a pochi anni fa si è sempre pensato che la causa della morte potesse essere un malore, ma nel 2004 è stato possibile riesumare lo Scaligero facendo una eccezionale scoperta: il corpo si era mummificato naturalmente e quindi perfettamente conservato. Da successivi esami emerse che Can Grande della Scala morì per avvelenamento da digitale, pianta utilizzata come medicinale già nel Trecento.