Nei primi anni del XIV secolo l’Italia fu il campo dell’ultimo tentativo di un imperatore di restituire all’Impero una funzione universale secondo la grande tradizione interrotto dalla morte di Federico I di Svevia. Quell’imperatore fu Enrico VII di Lussemburgo che, eletto re dei Romani con l’appoggio di papa Clemente V, entrò in Italia nell’autunno del 1309.
L’imperatore raccolse in Piemonte soldati e denaro e si preparò alla guerra contro la fazione guelfa. Nel 1310 entrato pacificamente a Milano fu incoronato re d’Italia.
Appena lasciata Milano, sorsero tumulti tra le due parti torriana e viscontea che si erano riconciliate con l’arrivo dell’imperatore. L’imperatore ne tenne responsabile la parte torriana che fu schiacciata, permettendo alla parte viscontea di riconquistare la Signoria.
Le vicende di Milano misero Enrico VII sotto la luce dell’uomo di parte venuto a rovesciare i Guelfi e a restaurare i Ghibellini. Cremona e Brescia che avevano reso omaggio all’Imperatore gli si ribellarono venendo sottomesse con le armi, mentre Pavia, Genova e Pisa lo accolsero con onore con la prospettiva di averlo alleato contro i nemici guelfi.
Fu a Pisa che Enrico VII ricevette dai proprio ambasciatori tornati da Firenze l’equivalente di una vera e propria dichiarazione di guerra. Da Pisa l’imperatore si recò a Roma dove, nonostante l’occupazione di Roberto D’Angiò, l’incoronazione imperiale fu celebrata nella basilica Lateranense in un clima di guerra.Su consiglio del papa, Enrico VII si affrettò a lasciare la città e volle fare una spedizione punitiva contro Firenze, ritenuta responsabile di tutti gli ostacoli incontrati sul suo cammino.
La propaganda e la dottrina si volgevano intanto contro di lui: sostenuto da Dante ma osteggiato da Roberto d’Angiò e dai giuristi napoletani.
Avviandosi verso nord, Enrico VII devastò la campagna di Perugia e riunì le sue truppe ad Arezzo per puntare quindi a Firenze ma non sapendo o non osando approfittare dello sgomento provocato dall’inattesa apparizione quasi alle porte della città, dirottò per Pisa.
Firenze intanto accresceva la sua difesa con l’aiuto dei Guelfi toscani e romagnoli. La spedizione contro il re di Napoli diveniva così un diversivo della guerra contro Firenze, che Enrico VII non potè neppure incominciare perchè, partito da Pisa, si ammalò e morì mentre era alle prese con Siena nel Castello di Buonconvento il 24 agosto 1313.
Ricerca a cura di Fabio Polati
Fonti
- IL BASSO MEDIOEVO di Alfredo Bosiso – Istituto geografico Deagostini – Novara 1969