Nel 1210 in quella che all’epoca era chiamata Piazza Grande, nell’area probabilmente occupata da una basilica romana, fu costruita la Domus Mercatorum (la casa dei mercanti).
Edificata prima in legno venne poi fatta costruire in muratura da Alberto I della Scala nel 1301, poco prima di morire.
Con lo scopo di ospitare le associazioni di mercantili, venne utilizzata dai veronesi come mercato della lana e come sede delle corporazioni delle arti e dei mestieri.
La Domus Mercatorum ospitava il podestà, che fra le varie mansioni aveva il compito di fare da pacere nelle liti fra mercanti, il quale proveniva spesso da altre città proprio per evitare possibili favoritismi nei confronti di alcune famiglie rispetto ad altre.
Grazie alla Domus Mercatorum gli Scaligeri, che erano inizialmente una famiglia di ricchi mercanti, acquistarono velocemente potere arrivando così a fondare la prima Signoria cittadina in Italia.
Con una collocazione decisamente strategica per il mercato veronese, la Domus Mercatorum divenne il vero centro commerciale della Signoria scaligera: era infatti circondata da botteghe artigiane e dai banchi degli ortolani che erano sistemati sulla Piazza Grande (che da qui prese poi il nome di Piazza delle Erbe).
Fin dall’inizio gli Scaligeri furono molto attenti alle richieste ed ai bisogni dei mercanti veronesi che contribuivano molto al benessere della città. Frequentemente queste loro attenzioni andavano a discapito dell’altezzosa classe imprenditoriale che sempre più spesso pretendeva maggiori privilegi economici, e della nobiltà locale che, forte della protezione della chiesa, avanzava altrettante pretese.
Con lo spargersi della voce fra i mercanti che a Verona vi era una famiglia della loro classe che acquistava sempre più potere e che proteggeva i commercianti, ovviamente gli stessi artigiani e mercanti arrivarono a Verona, che diventò sempre più una città estremamente operosa ,tanto che il commercio veronese non solo si estese in tutto il Veneto, ma arrivò ad esportare i propri prodotti artigianali anche all’estero portando così alla città dei guadagni inaspettati.
L’afflusso sempre maggiore di ottimi artigiani a Verona rese necessaria l’emanazione di misure economiche collettive contenute in statuti, misure dirette alle varie associazioni autonome di arti e mestieri. Cangrande continuò in maniera eccelsa il lavoro di Alberto e non solo si occupò di raccogliere e riformare i vari statuti ma si preoccupò di assettarli in maniera adeguata ad un mercato nuovo e sempre più moderno.
E’ interessante constatare che le leggi mercantili emanate da Cangrande e raccolte in un codice detto “Corpus”, conservato presso l’archivio di stato di Verona, furono così lungimiranti da venire usate fino alla fine della dominazione della Serenissima, cioè per altri due secoli.
L’economia mercantile condusse via via all’indipendenza politica e culturale di Verona, contribuendo a far sorgere a Piazza delle Erbe molti negozi, magazzini ed edifici pubblici, consolidando così a tutti gli effetti la Domus Mercatorum come il centro dei commerci di Piazza delle Erbe e la piazza stessa come il fulcro delle attività commerciali di Verona .
Ricerca a cura di Yuri Castorani