Parlar di trovatori senza prima descriverne l’arte ed il contesto, potrebbe risultar incompleto e pretenzioso.
Facciamo dunque una digressione sulle arti liriche e musicali del periodo trattato; perché è di musica e poesia che i trovatori si occupavano.
INTRODUZIONE
Il periodo è quello del XII e XIII secolo, i luoghi sono alcune regioni dell’attuale Francia, quali l’Occitania, l’Aquitania e la Provenza.
Musica e poesia di cotal periodo traevan le loro origini dalla religione: il canto liturgico rivestiva infatti il ruolo principale ed inviolabile tra queste arti. Alla sua nascita era canto puro ad una voce, senza accompagnamento; poi un solo strumento li accompagnava. Una viella, un flauto, un gaboulet con tamburino e, solo dopo le crociate, il liuto.
La Chiesa formata da un apparato conservatore, vietò tutte le forme di produzione artistica che non avevano carattere religioso, escludendo così anche grandi opere della letteratura classica degli autori greci e romani.
La lingua utilizzata era in principio il latino, poi col passar del tempo si passò anche al volgare e, nel caso dei trovatori, alla lingua d’Oc (d’Occitania per l’appunto).
Interessante aggiungere una piccola parentesi su quelli che furon definiti “trovieri”; eran trovatori, ma definiti diversamente solo per l’utilizzo di un’altra lingua, la lingua d’Oeil.
Col tempo e con l’evolversi del Feudalesimo, parallelamente alla musica sacra, prese vita anche l’arte profana; un’arte appunto, riservata dunque a chi sapeva usare e comprendere parole ricercate e strumenti musicali. Ricercate erano anche le tematiche della lirica dei trovatori, la lirica cortese.
I TROVATORI
Ma cosa vuol dire il termine “trovatore”? Ebbene l’etimologia della parola è trobar, la cui definizione cita letteralmente: “farcire di tropi o sequenze l’alleluia e poi intessere rime in una melodia”. Un poeta musico insomma.
Ma chi è davvero un trovatore e qual è il suo ruolo? In questo periodo storico si assiste allo sviluppo dei feudi e di conseguenza delle corti dei loro signori, che divennero centri economici, politici e culturali. Il trovatore era colui che allietava tali corti poetando di amor cortese o amore ideale. La misura era alla base dei suoi componimenti, in essi si narrava di signorilità nei modi, soprattutto in campo amoroso, prendendo le distanze da fuochi passionali e carnalità. I suoi componimenti diventavano dunque quasi dei “manuali” di comportamento cortese e buone maniere.
Gli stili dei suoi componimenti erano diversi:
- trobar plan, dallo stile facile ed immediato;
- trobar rich, caratterizzato dall’uso di una sintassi più complessa e ricercata;
- trobar clus, che comprendeva espressioni oscure e metaforiche derivanti dallo spiccato interesse tipicamente medievale per gli indovinelli e gli enigmi.
Diverse anche le forme che prendevano le sue liriche musicali, differenti a seconda degli scopi o dei temi trattati:
- la carisò, che era il genere più usato, aveva una struttura che richiamava quella degli inni classici;
- i sirvantès erano satire politiche e morali;
- il planh un canto funebre;
- la tenso che permetteva ai trovatori di “dibattere” su tematiche varie;
- l’alba, che descriveva il risveglio degli amanti;
- la pastorella, che descriveva appunto la corte che il poeta faceva a questa figura femminile;
- i ductia e le estampida che eran destinate ad esser danzate.
LE TROBARITZEN
Ma il poetar in musica non fu un’arte riservata ai soli uomini. Nelle “corti d’amore” ove la donna era il soggetto delle liriche, presto essa trovò spazio anche come autrice ed esecutrice.
La trobairitz era quasi esclusivamente di nobili natali ed era una figura altamente rispettata a corte, anche dai colleghi maschi, i quali rischiavano il disprezzo generale nel caso si fossero permessi di alzar la voce con essa. La poetessa non era più solo “moglie” ma Signora, non più solo soggetto/oggetto d’amore, ma anche musa protettrice dei cantori.
Le loro origini nobili permettevano loro l’accesso ad un’istruzione privata e conoscevano le regole della musica, della danza e della poesia.
Citiamo chi di loro si distinse sino a restar nella storia.
Il primo trovatore di cui si ebbe notizia fu Guglielmo X d’Aquitania (1071-1127), altri furono Marcabru, Bernart de Ventadom, Armand Daniel, Rimbaud de Vaiqueras e il celebre Adam de la Halle. Al di fuori della Francia si ricordano i nomi di Alfonso X re di Castiglia e dei tedeschi Tannhauser e Walter von der Vogelwende.
Tra le donne son da citare Eleonora d’Aquitania e le figlie Maria di Champagne e Giovanna di Tolosa, nonché le nipoti Bianca di Castiglia, Costanza ed Isambour.
Poi ci sono anche Tibors, la Contessa di Dia, Maria di Ventadorn, Garsenda e Isabella.
Ricerca a cura di Lara Ortolani
Fonti
- R. Sabatier “La poèsie du Moyen Age”
- AA.VV. “Enciclopedia dello Spettacolo”
- R. Arnese “Storia della musica del Medioevo europeo”
- M. Martinengo “Le trovatore”
- Wikipedia